COVID-19: la riorganizzazione dei dipartimenti di psichiatria in Italia
Il Professor Andrea Fagiolini ha recentemente pubblicato un Commentary sulla rivista Journal of Clinical Psychiatry in cui descrive l’esperienza senese relativa alla riorganizzazione del proprio dipartimento di psichiatria in seguito all’emergenza COVID-19.
All’inizio molte persone hanno minimizzato il problema e creduto che COVID-19 fosse qualcosa di molto simile all’influenza. All’improvviso tutti noi abbiamo realizzato che era molto peggio ed, inoltre, si diffondeva rapidamente.
Ogni dipartimento di psichiatria ha reagito nella maniera che riteneva più opportuna. A Siena, come riporta il professore, più del 90% delle visite ambulatoriali sono state convertite in telemedicina, anche se l’esperienza in questo campo era molto scarsa. Per la maggior parte dei pazienti, inclusi anche quelli più anziani, si è deciso di privilegiare lo strumento più facile per la comunicazione virtuale, il cellulare, sia per chiamate che videochiamate. In quest’ultimo caso applicazioni come WhatsApp e FaceTime o piattaforme virtuali come Zoom sono state largamente utilizzate con buoni risultati. E’ stata mantenuta, invece, la modalità face-to-face solo per le visite ai pazienti più gravi. I ricoveri ospedalieri sono stati limitati ai soli casi strettamente necessari.
Oltre all’implementazione stringente di tutte le misure e dispositivi per la protezione individuale, il professore ci descrive come gli ambulatori siano stati completamente riorganizzati, rispettando un distanziamento di almeno 2 metri da una persona che sta parlando e di almeno 3 metri se la persona sta starnutendo o tossendo.
A Siena i pazienti affetti da COVID-19 e problemi di salute mentale sono ricoverati nell’area COVID, dove viene fornito un servizio di consulenza psichiatrica. Sono state sviluppate, anche, delle procedure interne per il trattamento, per esempio, del Delirium, particolarmente frequente nei pazienti COVID-19 positivi. Per coloro che non sono in grado o non vogliono rimanere isolati o che possono avere comportamenti aggressivi è stata creata nell’area COVID una stanza di isolamento. Considerato però il numero crescente dei casi, anche all’interno del reparto di psichiatria è presente una stanza di isolamento per i pazienti COVID-19 positivi con disturbi mentali gravi.
Tutti coloro impegnati in prima linea nel fronteggiare questa emergenza stanno vivendo un momento di enorme carico lavorativo e stress psicologico. Il professore ci racconta di aver iniziato un programma per fornire supporto individuale psicologico, in particolare a chi lavora nelle unità COVID, utilizzando videochiamate tramite WhatsApp. Inoltre, è stato avviato un programma di gruppo dedicato ai soli operatori sanitari che ha lo scopo di facilitare la comunicazione, condivisione di esperienze, espressione di paure e speranze. Offrire uno spazio virtuale per discutere e trovare conforto gli uni con gli altri può essere molto utile, soprattutto per coloro che vivono da soli.
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