Dagli Smartphone alla salute mentale nella schizofrenia resistente al trattamento
Sono ormai molto diffusi i dispositivi tecnologici in grado di monitorare l'attività fisica, il sonno e la fisiologia mediante particolari sensori. Questi dispositivi attivano degli avvisi nel caso in cui cambiamenti drammatici suggeriscano una ricaduta imminente o per altri motivi che necessitino un intervento sanitario. Sta per iniziare uno studio pilota che vede l'utilizzo di smartphone e smartwatch in persone affette da schizofrenia resistente al trattamento.
Iluminada Corripio (Hospital de Sant Pau, Barcelona, Spain), ha presentato nella sessione EPA 2017 le prime indicazioni dello studio che suggeriscono come i pazienti con schizofrenia resistente al trattamento sono disposti ed in grado di monitorare con i dispositivi smartphone, gli aspetti dell’attività e dello stato fisico ritenuti importanti per la loro condizione.
La speranza è che si possa promuovere l’autocura attraverso la tecnologia sanitaria mobile e che l’accesso dei professionisti sanitari ai dati raccolti possa assicurare continuità assistenziale e una risposta rapida, se necessaria, in caso di eventi clinici imminenti.
L’accesso quotidiano ai dati oggettivi piuttosto che l’uso occasionale di scale soggettive durante il monitoraggio dello stato dei pazienti vulnerabili è un vantaggio per il medico, benchè si corre il rischio di essere sommersi dalle informazioni. Per il paziente, il vantaggio della “e-care” è rappresentato dall’accesso on-line al team medico.
Per il medico, il vantaggio è dato dal costante accesso ai dati oggettivi del paziente. Per il paziente, è l’immediatezza nel contatto con il medico.
Lavorare con i focus-group
Katya Rubinstein (Università di Tel Aviv, Israele) ha descritto un lavoro preliminare con un focus-group formato da pazienti, caregiver e medici.
Ai pazienti è stato chiesto di esprimere un’opinione su argomenti come l’interazione con il proprio team medico-sanitario attraverso la tecnologia e la capacità dei dispositivi di inviare messaggi di avviso a sé stessi e gli altri.
Secondo il paziente, questa tecnologia potrebbe aumentare l’empowerment, il sostegno e l’accesso agli aiuti in situazioni di crisi che, altrimenti, potrebbero portare ad un ricovero. Tuttavia sono emersi dubbi sull’assenza di un contatto umano, una possibile riduzione dell’autonomia, e l’idea che il “Grande Fratello” osservi ogni loro passo. Quest’ultimo aspetto è particolarmente rilevante per i pazienti con manie di persecuzione, spesso date anche dalla tecnologia.
Ma tutto ciò va contestualizzato nel fatto che i pazienti potrebbero non sapere che si stanno ammalando. E, nel complesso, è stata accettata l’idea che la tecnologia smart possa supportare la salute mentale.
Lo studio pilota, che inizierà a metà del 2017 a Tel Aviv, Budapest e Barcellona, è progettato per stabilire se l’approccio “e-mental health” è accettato dai pazienti e come il gran numero di dati generati può integrarsi nel sistema sanitario.
I problemi includono l’accettazione dei pazienti di ciò che potrebbe essere il monitoraggio e l’integrazione dei dati nel sistema sanitario
L’aderenza è un’ampia fetta della “resistenza”
Secondo un commento di Jussi Seppälä (Università di Oulu, Finlandia) durante il simposio, all'incirca un terzo delle persone con schizofrenia si può considerare resistente al trattamento, cioè possono avere avuto diversi episodi in cui hanno risposto scarsamente, o per nulla, alla terapia antipsicotica adeguatamente dosata, portandoli ad avere solo brevi periodi di “buon funzionamento”.
Detto ciò, ci sono diverse definizioni di resistenza al trattamento, argomento che ha aperto la discussione al simposio. Seppälä concorda che la perdita di aderenza rappresenti una parte considerevole, o forse la più importante, del problema. Prima, tuttavia, ha anche suggerito che la schizofrenia resistente al trattamento potrebbe rappresentare fin dall’inizio una malattia diversa.
Quando un paziente è resistente al trattamento, la disfunzione cognitiva sembra particolarmente grave e nella malattia dominano i sintomi negativi. La patologia di base potrebbe addirittura essere più legata al sistema glutammatergico che a quello dopaminergico.
Un punto, tuttavia, è chiaro. La resistenza al trattamento è associata a costi sanitari elevati, fino a 10 volte maggiori rispetto ai pazienti affetti da schizofrenia che rispondono alla terapia. E di certo ci sono elevati costi a carico anche dei pazienti e dei loro caregiver. Quindi, qualsiasi approccio innovativo - come l’impiego dei dispositivi high-tech per affrontare il problema, è benvenuto.
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