La depressione è una malattia multi-dimensionale con effetti sui pazienti di tipo emotivo, cognitivo e fisico1, che devono essere tutti riconosciuti e valutati. Tuttavia, la disfunzione cognitiva nella depressione è spesso trascurata sia dai pazienti che dai medici.2,3 Il medico può risolvere facilmente questo problema facendo al paziente semplici domande e osservando il suo comportamento durante la visita.
La disfunzione cognitiva nella depressione è spesso trascurata ... sia dai pazienti che dai medici.
Ad esempio, le lamentele soggettive relative a disfunzioni della cognitività “fredda” possono emergere ponendo domande semplici come [Barry H. Personal communication]:
- Ha difficoltà a prendere decisioni sia a casa che al lavoro?
- Ha difficoltà a leggere giornali, appunti o dati sul posto di lavoro, o a seguire programmi o conversazioni televisive?
- Le capita di smarrire oggetti come le chiavi, o ha difficoltà a ricordare nomi o prodotti commerciali, o di perdere il filo delle attività a casa o al lavoro?
- Fa fatica a iniziare o, in particolare, a portare a termine compiti comuni, sia a casa che al lavoro, a causa di questi problemi?
È importante evitare che il paziente abbia timore che si tratti di demenza, rassicurandolo che le domande hanno lo scopo di esplorare i sintomi cognitivi della depressione. Parlare con persone che conoscono molto bene il paziente, come ad esempio i caregiver, può aiutare nella valutazione delle funzioni cognitive di un paziente.4
La disfunzione cognitiva nella depressione è spesso trascurata
Ci sono diversi motivi per cui la disfunzione cognitiva nella depressione viene trascurata.
Per impostare una cura, i medici spesso danno priorità ad altri sintomi della depressione come gli interessi, l'umore e l’ideazione suicidaria, 3 e potrebbero non cogliere nel paziente i descrittori di una disfunzione cognitiva, soprattutto nei giovani adulti dove non ci si aspetta che mostrino questo tipo di disturbo. Inoltre, i pazienti affetti da depressione hanno più probabilità di riferire i sintomi associati a sonno, appetito o umore, e potrebbero non conoscere, o non essere in grado di segnalare, tutti gli altri.2,3
Il problema è aggravato dallo scarso accesso a valutazioni neuropsicologiche complete della cognitività4 e dalla mancanza di trattamenti efficaci per la disfunzione cognitiva nella depressione.5
Un approccio più completo alla depressione potrebbe comprendere la valutazione cognitiva nelle fasi iniziali di diagnosi, dal momento che i sintomi cognitivi sembrano essere possibili marcatori precoci e bersagli per un intervento nella depressione.6,7
La disfunzione cognitiva nella depressione può essere valutata oggettivamente e soggettivamente come parte di un processo di gestione continua della patologia
Una volta riconosciuta, una valutazione continua della disfunzione cognitiva è fondamentale nella gestione dei pazienti depressi e può essere ottenuta con l’uso di strumenti oggettivi e / o soggettivi. Tuttavia, nella pratica clinica di routine vi è un margine di miglioramento nella gamma di strumenti disponibili per lo screening della disfunzione cognitiva in pazienti con depressione.
Test oggettivi
Sono disponibili una serie di test neuropsicologici oggettivi per valutare la cognitività “calda" e "fredda" colpite dalla depressione.8 I test cognitivi per valutare i diversi domini della cognitività 'fredda' sono illustrati in Figura 1. Esempi di valutazioni della cognitività 'calda' includono il Cambridge Neuropsychological Test Automated Battery (CANTAB), Affective Go / No-Go test e il CANTAB Cambridge Gambling Task.9,10 Tuttavia, i test neuropsicologici oggettivi non sono ampiamente diffusi e i risultati devono essere interpretati nell’ambito degli effetti sul funzionamento quotidiano del paziente.4,6
FIGURA 1
Test per i diversi domini della cognitività “fredda”6
Test soggettivi
I questionari sulle funzioni cognitive autocompilati dal paziente sono più adatti per un utilizzo in un setting clinico rispetto ai test neuropsicologici. Il British Columbia Cognitive Compliants Inventory, il Cognitive and Functioning Questionnaire e il Perceived Deficits Questionnaire sono stati validati per l’uso in pazienti con depressione11-13.
Le scale di valutazione dei sintomi della depressione somministrate dai clinici come la Montgomery-Åsberg Depression Rating Scale e la Hamilton Depression Rating Scale (HAM-D) contengono anche elementi che valutano le funzioni cognitive; tuttavia, non sono sufficienti per valutare la gravità, l’entità e l’incidenza dei sintomi cognitivi.
Nonostante la presenza di svariati strumenti oggettivi e soggettivi per la valutazione delle disfunzioni delle cognitività “calda” e “fredda”, nella pratica clinica non c'è un approccio ottimale riconosciuto come il più indicato per la valutazione della funzione cognitiva nei pazienti depressi.