Effetti psicologici della quarantena durante l'epidemia di coronavirus: cosa gli operatori sanitari hanno bisogno di sapere
Di seguito vengono descritti gli effetti psicologici della quarantena, nonché le strategie con cui gli operatori sanitari possono prendersi cura del proprio benessere mentale e di quello dei pazienti durante i periodi di quarantena.
La quarantena è definita come la separazione di individui, che potrebbero essere stati esposti ad una malattia infettiva, dal resto della popolazione per determinare se siano malati e ridurre il rischio di infettare gli altri.
Sebbene la quarantena possa essere di pubblica utilità, essa è anche associata a sfide psicologiche sia per le persone in quarantena ed i loro cari che per gli operatori sanitari che li assistono
Durante l'epidemia di coronavirus (COVID-19), la quarantena è stata utilizzata come strategia per la salute pubblica al fine di ridurre la trasmissione della malattia. Gli sforzi legati ad essa hanno coinvolto la quarantena di massa di intere città cinesi, l’isolamento nelle strutture gestite dal governo, fino all'autoisolamento domiciliare. Sebbene la quarantena possa essere di pubblica utilità, essa è anche associata a sfide psicologiche sia per le persone in quarantena ed i loro cari che per gli operatori sanitari che li assistono. Di seguito vengono descritti gli effetti psicologici della quarantena, ma anche le strategie con cui gli operatori sanitari possono prendersi cura del proprio benessere mentale e di quello dei pazienti durante questo periodo.
I fattori di stress della quarantena ed i loro effetti psicologici
I fattori di stress durante la quarantena includono:
1. Frustrazione e noia legati all'isolamento della quarantena, che riguardano la perdita dell’ordinaria routine (ad es. attività domestiche e lavorative regolari, acquisti per necessità) e limitati contatti sociali e fisici con gli altri.
2. Inadeguate forniture ed accesso a regolari cure mediche, inclusi cibo, acqua o cambio di vestiti, nonché mascherine, prescrizioni e termometri.
3. Informazioni insufficienti, come la mancanza o il ritardo di informazioni da parte delle autorità sanitarie pubbliche, spesso a causa di uno scarso coordinamento tra gli enti sanitari e governativi; una direzione poco chiara; confusione sui motivi della quarantena; ed un’assenza percepita di trasparenza.
4. Durata più lunga della quarantena (ovvero 10 giorni o più), nonché estensione della durata della stessa.
5. Paura di essere infettati e/o di infettare gli altri, che può manifestarsi come maggiore attenzione e preoccupazione per la propria salute e sintomi fisici, in modo particolare per le donne in gravidanza ed i genitori di bambini piccoli.
I fattori stressanti che seguono la quarantena includono:
1. Problemi finanziari. L'assenza dal lavoro, i costi sanitari ed altri oneri finanziari imprevisti possono causare disagio socioeconomico, in particolare tra le persone con reddito più basso.
2. Stigma. La stigmatizzazione ed il rifiuto da parte di vicini, colleghi, amici e persino familiari può manifestarsi con l’essere trattati in modo diverso o con paura e sospetto, essere evitati o esclusi dalle attività del tempo libero, sul posto di lavoro o attività scolastiche ed essere oggetto di commenti stigmatizzanti. Lo stigma può essere esacerbato se le persone in quarantena sono membri di un particolare gruppo etnico o religioso.
3. Ritorno alla propria "normale" routine. Il ritorno al proprio lavoro e alla routine sociale può richiedere da alcuni giorni a diverse settimane o addirittura mesi. Sapere che potrebbe volerci del tempo per tornare alla “normale” routine può contribuire a generare preoccupazione, ansia e frustrazione.
Promuovere il benessere psicologico durante la quarantena
1. Usare la comunicazione come intervento. Una comunicazione chiara, comprensibile e pratica può ridurre le risposte psicologiche avverse ed aumentare l'aderenza del nostro comportamento. Bisognerebbe produrre comunicazioni rapide, che si ripetono, ed appropriate in merito alla natura della malattia, i motivi della quarantena ed altre informazioni essenziali.
Conoscere le condizioni dei propri cari può avere un potente impatto sulla salute emotiva degli individui in quarantena e migliorare l'aderenza a tale restrizione
2. Facilitare la comunicazione con i propri cari. Conoscere le condizioni dei propri cari può avere un potente impatto sulla salute emotiva degli individui in quarantena e migliorare l'aderenza a tale restrizione. Ad esempio, sapere che i propri cari sono al sicuro, in salute e ben curati può ridurre lo stress, mentre un suo aumento potrebbe essere causato da un’assenza di informazioni o in caso di notizie preoccupanti. Prima della quarantena, bisognerebbe concedere un tempo sufficiente (entro i limiti dettati dall’emergenza per la salute pubblica) affinché i pazienti possano accordarsi con i propri cari, rassicurarli e salutarli. Durante la quarantena, bisognerebbe facilitare l'uso delle tecnologie (ad es. telefonate e videochiamate, social media) per mantenere i contatti con i propri cari.
3. Prepararsi alla quarantena. Le famiglie e le strutture in quarantena avranno bisogno di cibo, rifornimenti per la casa e farmaci a sufficienza per tutta la sua durata. Una volta imposta la quarantena, potrebbe esserci una limitata possibilità di muoversi e di fare acquisti, diversamente dal solito. Bisognerebbe acquistare beni necessari prima della quarantena, se possibile, ad esempio, includendo questa attività in un vero e proprio piano di preparazione alle catastrofi da parte di famiglie o organizzazioni.
4. Ridurre la noia e l'isolamento. Pianificare le attività durante la quarantena può aiutare a ridurre la noia, la focalizzazione sui sintomi e la sensazione di isolamento da famiglia ed amici. Come già affermato, facilitare l'accesso ad internet e social media è importante per mantenere i rapporti sociali ed una comunicazione da remoto durante la quarantena. Tuttavia, l'esposizione ai media dovrebbe essere monitorata, poiché se prolungata e proveniente da fonti inaffidabili potrebbe aumentare lo stress
Anche gli operatori sanitari sono vulnerabili agli effetti psicologici della quarantena, e ciò può essere aggravato dallo stress causato dalla cura di pazienti malati ed in difficoltà
5. Prendersi cura di se stessi. Anche gli operatori sanitari sono vulnerabili agli effetti psicologici della quarantena, e ciò può essere aggravato dallo stress causato dalla cura di pazienti malati ed in difficoltà. Assicurarsi di soddisfare i propri bisogni fisiologici tra cui: mangiare, bere e dormire; fare pause ad intervalli prestabiliti; parlare con colleghi e persone care; e garantire che la propria famiglia e l'organizzazione siano al sicuro e che abbiano un piano per gestire un'eventuale quarantena. Nel caso in cui sia probabile lavorare con persone infette, discutere apertamente con la propria famiglia del rischio per voi e per loro e le misure da prendere per minimizzarlo. Considerare la possibilità di essere messi in quarantena separatamente da loro, se non esposti.
6. Mantenere una quarantena il più breve possibile. Quando si consiglia ai pazienti la durata di una quarantena, bisognerebbe limitarla a ciò che è scientificamente ragionevole e fare attenzione a non adottare un approccio eccessivamente cauto. Inoltre, non bisognerebbe prolungare la durata della quarantena se non assolutamente necessario e, in tal caso, fornire ai pazienti informazioni aggiornate il prima possibile.
Il presente articolo rappresenta una traduzione fedele effettuata dal Dipartimento Medico di Lundbeck Italia. Per accedere alla fonte originale si prega di cliccare sul link riportato nelle referenze.